martedì 26 giugno 2018

*Speciale*: Una stagione indefinibile in bilico tra normalità e follia!!! Resta la gioia della Supercoppa.

Per me è molto difficile dare un voto o un giudizio secco alla stagione laziale appena conclusasi. Questo perché la Lazio ha vissuto una stagione anomala, passata dalle stelle alle stalle in poco meno di 40 giorni, costellata da episodi dubbi in campionato ed in Europa che ne hanno condizionato piazzamenti e qualificazioni. Molti di voi potranno pensare che appellarsi ai torti arbitrali è da frignoni, anche se poi nel momento del misfatto tutti lo fanno, però ad onor del vero la partita con il Torino, il gol di Cutrone, ma soprattutto il rigore al 90° contro la Fiorentina nella gara di andata, chiedono inevitabilmente giustizia. La stagione si è quindi conclusa con l'eliminazione ai calci di rigore nella semifinale di Coppa Italia, il quinto posto in campionato per gli scontri diretti a sfavore con l'Inter, che ci estromette dalla Champion's League, e l'eliminazione clamorosa e bruciante ai quarti di finale di Europa League contro il Salisburgo, un trauma dal quale non mi riprenderò mai. Eppure l'annata 2017/2018 era cominciata in maniera stellare con una prima parte di stagione condita dalla vittoria in Supercoppa ai danni della Juventus, con tre sole sconfitte in campionato (Napoli, Torino e Roma) e vittorie fantastiche ricche di gol (su tutte quelle con Milan e Juventus allo Stadium). La strepitosa vittoria in Supercoppa grazie al gol di Murgia aveva gettato le basi per una stagione atomica, grazie anche alle idee innovative di Inzaghi, come pronosticai lo scorso anno (Clicca qui per leggere l'analisi di fine stagione 2016/2017), il quale ha scoperto la vera natura di Luis Alberto e, sacrificando una pedina fondamentale come Anderson, ha dato alla Lazio un gioco offensivo veramente spumeggiante, che l'ha portata ad abbattere record su record. Maggior numero di vittorie in campionato (eguagliati 1999-00, 2000-01, 2014-15, 2016-17, 2017-18), maggior numero di punti in campionato 72 come nel 2000, maggior numero di gol segnati in una stagione di Serie A ben 89 sono i record stracciati dalla Lazio in stagione a livello di squadra, oltre al record individuale di capocannoniere della Serie A con 29 gol segnati di Immobile.  Le idee di Inzaghi hanno sicuramente peccato dal punto di vista difensivo, ove la pessima stagione di Wallace post-infortunio e quella altalenante di Bastos hanno però portato una gioia al mister a lanciare il giovane Luiz Felipe, il quale si è rivelato un talento cristallino su cui investire. Oltre questo però bisogna sottolineare come il gioco della Lazio sia esageratamente offensivo in cui la filosofia di gioco è quella di fare un gol in più dell'avversario senza cercare di prendere un gol di meno, strategia che non è sempre efficacissima.
Fino a quel maledetto mese di Aprile la Lazio aveva mantenuto ritmi forsennati in campionato ed era riuscita a raggiungere senza difficoltà i quarti di Europa League, evitando squadroni come Arsenal e Atletico Madrid, ma quel maledetto tracollo in Austria ha cambiato le certezze di una squadra, che fino a quel momento macinava e tritava gli avversari segnando raffiche di gol. Sembra quasi che il gol di Lainer abbia messo una pietra sul cuore della Lazio e abbia minato la tranquillità di alcuni giocatori; su tutti Strakosha, che dopo la pessima prova di Salisburgo, ha cominciato a mostrare errori che non erano mai stati commessi, specialmente nel match di Crotone. Oltre a questo come la nostra storia insegna nel momento del bisogno ci si è messa di mezzo anche la sfortuna che ci ha costretto a disputare le ultime tre giornate con Immobile, Alberto e Parolo infortunati, in pratica i giocatori perno dell'annata biancoceleste insieme a Milinkovic e Radu. Ad essere sincero a me non dispiace particolarmente di non aver centrato la Champion's, come ho già detto in quest altro post (De Vrij uomo molto piccolo!!! La Lazio non raggiunge il traguardo Champion's League), in quanto ad oggi, per me, la dimensione della prima squadra della capitale è l'EL che se la società volesse si potrebbe puntare a vincere per magari avviare un ciclo sullo stile di quello del Siviglia, tuttavia la mia paura è che la mancata qualificazione ci costringa a vendere calciatori del calibro di Milinkovic, oltre alla partenza già avvenuta di De Virj, sulla quale preferisco non esprimermi, e alla possibile cessione di Anderson (il quale quest'anno è stato una vera e propria riserva di lusso), cosa che potrebbe destabilizzare la squadra. Ad ogni modo non vedo l'ora che si apra il mercato per poter parlare delle mosse della società, alcune tra le quali mi stanno piacendo abbastanza ed altre mi stuzzicano, ma di questo parleremo tra qualche giorno, dato che come di consueto aspetto l'avvio ufficiale del mercato per parlarne. Quindi come ho detto all'inizio mi è difficile dare un giudizio secco o un voto alla stagione in quanto la Lazio era partita con delle aspettative, le quali nel corso dell'anno sono aumentate, ma che purtroppo per un motivo o per un altro non sono state rispettate. In questo senso non me le sento né di schierarmi con gli estremisti, che la ritengono fallimentare dato il crollo finale, né di osannarla come la stagione della consacrazione per Inzaghi e per la squadra, diciamo che per citare Padre Dante sono nella stessa posizione di Virgilio al cospetto di Dio, ovvero in quel limbo tra Paradiso ed Inferno dove solo i non battezzati (in questo caso i non convinti) possono dimorare.












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