sabato 3 marzo 2018

Eliminati ai rigori da un tifoso biancoceleste!!! Zero gol in 210 minuti.

Non so se avrebbe fatto più male uscire nell'arco dei 180+30 minuti di gioco a dispetto dell'ennesima sconfitta sportiva ai calci di rigore, anche se a dire il vero sono più le sconfitte a livello nazionale che io ricordi. Il match tra le due compagini è stato agli antipodi per approccio alla partita, ma sostanzialmente equilibrato e alla fin fine il pari è un risultato giusto, in quanto sarebbero potute passare ambedue le squadre senza alcuna recriminazione. Parlo di match agli antipodi perché la Lazio ha fatto la partita, creando gioco, mentre il Milan ha impostato la gara sul catenaccio, neanche sempre ben riuscito, e fulminee ripartenze, su tutte quella clamorosa sprecata da Nikola Kalinic. La Lazio forse può recriminare per un fallo non fischiato ai danni di Alberto al limite dell'area di rigore, ma essenzialmente la partita non ha regalato situazioni scandalose o dubbie, nonostante l'arbitraggio di Rocchi pessimo in entrambe le direzioni. Ovviamente, come la storia della Lazio insegna, il karma ha voluto dire la sua, spedendoci fuori dalla competizione per mano di un ragazzo dichiaratamente laziale che ha trasformato il rigore decisivo a seguito dell'errore del giovane Luiz Felipe. Al contrario di quello che hanno fatto la radio romane in questi giorni, io non mi voglio soffermare sui calci di rigore che reputo altamente antisportivi e che a mio avviso sono una semplice lotteria basata sul caso tanto che il Pizzighettone potrebbe battere il Real Madrid. Un altro aspetto di queste semifinali che io critico fortemente è il vantaggio di chi disputa il primo match in casa, ovvero in questo il Milan non solo passava con un pareggio con gol nell'arco dei 90 minuti regolamentari, ma anche con il pari nell'arco dei tempi supplementari avendo quindi a disposizione ben mezz'ora in più con un vantaggio non da poco. Tutto questo per dire che, secondo me, una votla raggiungi i supplementari andrebbe resettato tutto l'aggregate totalizzato precedentemente. Tornando ai 210 minuti alla Lazio è mancato solamente il gol, nonostante gli enormi sforzi profusi e le tante occasioni mancate, di cui mi vengono in mente i due colpi di testa di Immobile parati da Donnarumma, uno all'andata ed uno al ritorno. Le occasioni più colossali dei biancocelesti arrivano nel primo tempo e sono una di Milinkovic ed una di Immobile: prima è il serbo ha calciare perfettamente dai sedici metri e a sfiorare il palo alla destra di Donnarumma e poi è l'attaccante napoletano a calciare addosso al portiere avversario dal vertice destro dell'area di rigore a seguito del colpo di tacco di Luis Alberto. Nella ripresa invece la Lazio cala ed il Milan ne approfitta in contropiede sfiorando il gol prima con una botta di Calabria respinta da Strakosha e poi con la botta di Calhanoglu da buona posizione terminata sul fondo. Nel secondo tempo la Lazio appare più sulle gambe e neanche gli ingressi di Luiz Felipe al posto di Caceres e di Anderson al posto di Alberto servono a dare la smossa, nonostante il brasiliano abbia avuto un paio di accellerazioni veramente interessanti. Così sullo 0-0 si raggiungono i supplementari, in cui non serve a molto l'ingresso di Lukaku al posto di Marusic, e la Lazio crolla fisicamente subendo un contropiede clamoroso al 118° sul quale Kalinic spreca una palla-gol incredibile. A questo punto arriva la terribile lotteria dei calci di rigore in cui non bastano le parate di Strakosha su Montolivo e Rodriguez a portare la Lazio in finale di Coppa Italia per il secondo anno di fila, questa volta sarà il Milan ad affrontare la Juventus. Purtroppo ragazzi in questa annata per ora magica siamo giunti alla conclusione dell'avventura Coppa Italia, questo però non deve essere un punto in cui sprofondare, bensì un trampolino di lancio verso obiettivi importanti come l'accesso alla Champion's League 2018-2019 e il proseguimento del cammino europeo.




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