sabato 26 settembre 2015

La maledizione è stata spezzata!!! Il gol "maravilla" di Anderson.

Dopo il disastro di Napoli la Lazio rialza la testa e batte il Genoa, in crisi nera, con il netto 2-0 e risolleva il morale di una tifoseria affranta dalle disagianti prestazioni di Verona e, per l'appunto, di Napoli. Pioli torna a schierare il 4-3-3 o 4-3-2-1, dipende dai punti di vista, che aveva reso grande la Lazio lo scorso anno, lasciando in panchina il disastroso Hoedt e l'ormai ex calciatore Radu, presentando la coppia Gentiletti-Mauricio e arretrando Lulic al ruolo di terzino sinistro. Finalmente si rivede dal primo minuto Felipe Anderson nella linea a 3 alle spalle di Djordjevic con Milinkovic-Savic e Kishna supportati dal duo Cataldi-Parolo, che si è rivelato il punto debole del centrocampo. Vorrei spendere due parole sul giovane centrocampista romano, sinceramente a me piace molto l'idea di un calciatore romano e laziale che veste i nostri colori, però i limiti tecnici di Danilo sono evidenti e l'assenza di Biglia pesa sempre di più sul centrocampo biancoceleste, per fortuna il giocatore argentino dovrebbe essere disponibile per la trasferta di Verona. Dopo 4 stagioni e 8 sconfitte consecutive viene spezzata la maledizione rossoblu grazie ai gol del rientrante Djordjevic, in quanto Matri è stato bloccato da un infortunio, e di Felipe Anderson; inoltre il Genoa ha concluso il match in 8 causa le espulsioni di Cissokho, doppio giallo per doppio fallo su Anderson, e di Pandev, per un gomitata in bocca a Mauricio, e l'infortunio di Rincon, quindi per la Lazio è una vendetta in tutti i sensi, visto che in ogni match contro il Genoa fioccavano sempre espulsioni e infortuni, vedesi Diakitè, Brocchi, De Vrij e Gentiletti. Tuttavia nei primi venti minuti i biancocelesti rivedono i mostri di Napoli e rischiano di andare sotto su due botte violente di Rincon una stampatasi sul palo e un'altra respinta da Marchetti, poi però la Lazio ingrana e sfiora il gol di testa con Milinkovic-Savic al 32°. Gol che arriva due minuti dopo con il colpo di testa di Djordjevic, su cross di Lulic, lasciato colpevolmente solo da Marchese: è la rete del riscatto biancoceleste che stringe il Genoa nella propria trequarti campo per il tutto il resto del primo tempo rischiando però di subire il gol del pari su due calci di punizioni velenosi entrambi battuti da Tachtsidis ed entrambi parati da Marchetti. Nella ripresa sale in cattedra Felipe Anderson che nel giro di due minuti fa ammonire due volte Cissokho, nel secondo caso dopo un grande numero, costringendo il Genoa a giocare in 10 uomini, e al 62° calcia a giro dai venti metri centrando l'incrocio dei pali e portando la Lazio sul 2-0 finale. Gli ultimi trenta minuti sono di normale amministrazione per i padroni di casa che non infieriscono sull'avversario rimasto addirittura in 9 per l'espulsione giustissima di Pandev. Infine restano da segnalare l'ingresso in campo di Keita per Djordjevic e di Morrison e Mauri al posto di Kishna e Milinkovic. Il rullino di marcia della Lazio in casa è impressionante 3 vittorie in 3 partite di campionato con 6 reti segnate e appena 1 subita, ora bisognerà migliorare le prestazioni in trasferta in cui la Lazio è ancora a secco di gol per poter competere per le prime posizione in un campionato che mai come quest'anno è stato equilibrato.







3 commenti:

  1. www.pianetasamp.blogspot.com

    Finalmente ce l'avete fatta a battere l'altra squadra di Genova, era ora!
    Ora dovete invertire il trend in trasferta e quella di Verona contro il rimaneggiatissimo Hellas è la partita ideale...ciao!

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  2. www.pianetasamp.blogspot.com

    Finalmente ce l'avete fatta a battere l'altra squadra di Genova, era ora!
    Ora dovete invertire il trend in trasferta e quella di Verona contro il rimaneggiatissimo Hellas è la partita ideale...ciao!

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  3. Sei stata veramente profetico, difatti la Lazio oltre a vincere ha disputato un ottimo match contro il Verona facendo rivedere le buone cose fatte l'anno scorso!! Inoltre volevo congratularmi per l'ottimo lavoro che sta facendo la Samp, nonostante la sconfitta di Bergamo, e devo porgere le mie scuse a Zenga che avevo ritenuto non all'altezza, ma d'altronde dopo l'eliminazione dall'Europa non sarebbe stato facile per nessuno riassemblare i pezzi di un organico che sembrava deficitario già prima dell'inizio del campionato.

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